Disturbi depressivi

Disturbo depressivo maggiore

La depressione è un disturbo dell’umore molto diffuso, ne soffre infatti circa il 10-15% della popolazione generale. Scientificamente prende il nome di disturbo depressivo maggiore.  Il disturbo depressivo può insorgere a qualunque età, ma si rileva una maggiore frequenza tra i 25 e i 44 anni.  Inoltre è più comune nelle donne rispetto agli uomini (nelle sesso femminile si hanno tassi maggiori da 1,5 a 3 volte rispetto al sesso maschile).

E’ esperienza comune avere una giornata in cui ci sentiamo “un po’ giù di morale”, tristi, più irritabili del solito. Cali e oscillazioni dell’umore passeggere rientrano nella normalità e non necessariamente siamo di fronte ad un disturbo depressivo. Inoltre ci sono casi in cui il calo dell’umore è considerato come legittima reazione emotiva congruente all’evento. Ad esempio in seguito alla perdita di una persona cara ( lutto, separazione, divorzio..) è una reazione naturale sentirsi molto tristi, avere sentimenti di vuoto, sentire di aver perso ogni interesse verso il mondo esterno e non avere energie. La depressione conseguente ad una separazione o ad un lutto, quindi, non è considerata un disturbo psicologico, ma una reazione naturale generalmente transitoria.Tuttavia essa va trattata clinicamente nei casi in cui non si risolva spontaneamente in un arco di tempo che può andare dai 6 ai 12 mesi (in tal caso si parla di “lutto complicato”).

Il disturbo depressivo maggiore invece presenta sintomi caratteristici e si prolunga nel tempo. Alcune persone hanno episodi di depressione isolati seguiti da molti anni senza sintomi, mentre altri hanno episodi ricorrenti.

Non esiste una singola causa della depressione, piuttosto vari fattori interagiscono tra loro. Questi fattori causali possono essere distinti in due gruppi : fattori psicosociali e fattori biologici (genetici, ormaonali, neurotrasmettitori). Gli episodi depressivi spesso seguono un evento psicosociale stressante. Gli studi suggeriscono che gli eventi stressanti possono giocare un ruolo più importante
nel precipitare il primo o il secondo episodio di depressione e avere meno importanza per l’esordio degli episodi successivi. Tra questi eventi possiamo trovare anche cambiamenti nelle condizioni lavorative o l’inizio di un nuovo tipo di lavoro, la malattia di una persona cara, gravi conflitti familiari ecc..

L’implicazione di fattori genetici nella patogenesi della depressione è suggerita dal fatto che i figli di genitori depressi presentano un rischio più elevato di sviluppare disturbi depressivi. Tra le cause della depressione si hanno anche modificazioni a livello biologico, nella regolazione di alcune sostanze come neurotrasmettitori e ormoni.

L’episodio depressivo costituisce una delle esperienze più dolorose che si può affrontare nella vita.
Ogni risveglio appare un incubo, un altro giorno da trascorrere in cui alla persona tutto sembra pesare terribilmente, anche le semplici mansioni quotidiane come lavarsi, mangiare o vestirsi. Ci si sente senza speranza, completamente impotenti di fronte alla vita. Niente sembra interessare più, né essere in grado di dare piacere, né tantomeno di emozionare . Il mondo interiore è immobile, colmo di sofferenza, in un presente diventato invivibile, dove un futuro non esiste. Si guarda la propria vita e tutto appare un fallimento, e di questo spesso ci si sente colpevoli. Altre volte si è convinti che la colpa sia degli altri, della vita, della sfortuna e ci si sente arrabbiati con tutto e tutti, arrivando all’inevitabile isolamento.

I sintomi più caratteristici della depressione maggiore sono:

  • Umore depresso (nei bambini e negli adolescenti l’umore può essere irritabile)
  • Perdita di piacere e interesse per quasi tutte le attività che prima interessavano e davano piacere.
  • Presenza di anedonia (stanchezza, affaticamento, mancanza di energie) e demotivazione.
  • Aumento o una diminuzione dell’appetito e quindi conseguente presenza di cambiamento del peso corporeo senza essere a dieta
  • Rallentamento o agitazione psicomotoria
  • Disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia, risvegli notturni, risvegli precoci)
  • Difficoltà a concentrarsi, mantenere l’attenzione e prendere decisioni.
  • Sentimenti di autovalutazione, sensazione di essere inutile, negativo e colpevole.
  • Pensieri di morte o di suicidio, che possono andare da un vago desiderio di farla finita fino all’intenzione di uccidersi con una vera e propria pianificazione.

La caratteristica principale dei sintomi depressivi è la pervasività ossia il fatto che sono presenti quasi tutti i giorni per la maggior parte del giorno per almeno due settimane.

Non è necessario presentare tutti questi sintomi per ricevere una diagnosi di depressione maggiore. La sintomatologia depressiva tipicamente è più intensa al mattino e migliora nel corso della giornata, ma non sempre è così . Il disturbo depressivo può manifestarsi con diversi livelli di gravità.

Il disturbo depressivo può portare a gravi compromissioni nel funzionamento lavorativo e sociale di chi ne soffre. E’ complicato infatti continuare a lavorare o a studiare, a iniziare e a mantenere relazioni sociali e affettive.

Il trattamento cognitivo-comportamentale è la psicoterapia più efficace nella cura della depressione sia per quanto riguarda i sintomi acuti che la ricorrenza. La ricerca evidenzia che circa il 75% dei pazienti depressi ha una significativa diminuzione dei sintomi entro le prime venti sedute di psicoterapia. Nel caso in cui alla psicoterapia è associato un trattamento farmacologico con
antidepressivi o stabilizzanti dell’umore , la riduzione della sintomatologia si verifica nell’85% dei casi. E’ stato anche dimostrato che questi miglioramenti sono durevoli nel tempo. Nella cura della depressione la persona viene aiutata a prendere consapevolezza dei circoli viziosi che mantengono e aggravano i sintomi e a liberarsene attraverso una ripresa graduale delle attività che erano state
abbandonate e l’acquisizione di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali. Infatti il terapeuta cognitivo-comportamentale aiuta il paziente ad identificare e modificare i pensieri e le convinzioni negative che ha su se stesso, sul mondo e sul futuro, ricorrendo a numerose e specifiche tecniche. Inoltre, dal momento che la depressione è un disturbo ricorrente, la TCC prevede una particolare attenzione alla cura della vulnerabilità alla ricaduta. Per far questo utilizza anche specifici protocolli, come la Schema-Therapy e la Mindfulness.